Il più grande giocatore di sempre taglia il traguardo nel giorno della partita delle stelle di Houston
NEW YORK, 17 febbraio – Michael Jordan compie 50 anni, e la NBA omaggerà il più grande di sempre nell'odierno All Star Game di Houston. MJ, nato a Brooklyn ma cresciuto nel North Carolina, sarà il volto principale della partita delle stelle pure se si è ritirato da 10 anni, e pure se da proprietario degli Charlotte Bobcats non sta ottenendo risultati degni della sua incredibile carriera da giocatore.
PALMARES – Jordan ha vinto tutto: sei titoli NBA tutti con i Chicago Bulls (1991, 1992, 1993, e dopo la breve parentesi nel baseball anche per onorare la memoria del padre James, ha rivinto nel 1996, 1997 e 1998), due ori olimpici nel 1984 e con il Dream Team di Barcellona nel 1992, prima ancora c'era stato il titolo NCAA con North Carolina (1982), senza contare i premi personali: MVP delle sei finali NBA vinte, cinque titoli di MVP della Lega, tre titoli di MVP dell'All Star Game, e dieci titoli di capocannoniere. Numeri che però non raccontano tutto, e che sono soltanto l'effetto di un talento fuori dal comune, della ferocia agonistica, delle qualità di leader, e dell'incredibile capacità di realizzare i canestri decisivi, vedi le finali contro Utah nel 1997 (in gara1) e nel 1998 (nella decisiva gara6). Il tutto, da simbolo di una generazione NBA determinante anche fuori dal campo, con il boom delle sponsorizzazioni e dei contratti dei giocatori (non a caso il Brand Jordan scatena ancora un fascino enorme), ma anche dell'espansione della Lega su scala mondiale.
PRESENTE – Scherzando ma non troppo, Jordan aveva minacciato: "Mi rivedrete in campo a 50 anni". Viene da chiedersi cosa farebbe oggi nella Lega: secondo Antawn Jamison, ala dei Los Angeles Lakers, Jordan andrebbe ancora in doppia cifra. Michael Kidd-Gilchrist, rookie dei Bobcats di Jordan, ha ammesso: "Di recente abbiamo giocato uno contro uno, e ha vinto lui". Dal canto suo, Jordan ha fatto un confronto con il passato, e pensando alla NBA del presente nella comparazione con quella degli anni '80 e '90, il giudizio è stato spietato: "I giocatori di oggi sono più soft e meno preparati. Soltanto quattro stelle del presente sarebbero state protagoniste anche ai miei tempi: Kobe Bryant, LeBron James, Tim Duncan e Dirk Nowitzki".
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